I cyber attack hanno compromesso in poco tempo tutti i modelli di gestione del rischio.
Di fronte a tale scenario, l’offerta tradizionale reperibile sul mercato può risultare insufficiente ed inadeguata a fronteggiare il problema. Questo è stato il tema al centro del convegno nazionale dell’Aiba (Associazione Italiana dei Broker di Assicurazioni e Riassicurazioni) che si è svolta nei giorni scorsi a Roma.
Ciò su cui tutti si sono trovati d’accordo è che servono nuove soluzioni stand alone, ovvero polizze di copertura del rischio specifico, in grado di tutelare le aziende. Altrettanto fondamentale è mantenere un controllo sui rischi non trasferiti al mercato assicurativo per favorire una risposta immediata alle nuove esigenze emergenti.
L’entrata in vigore della direttiva europea Gdpr (Regolamento generale sulla protezione dei dati) rende l’assicurazione obbligatoria. La cultura della gestione e della prevenzione del cyber risk è cresciuta, anche se la strada da percorrere risulta essere ancora lunga dal momento che non sempre le aziende prestano la giusta attenzione alle strategie che permettono di minimizzare, o quanto meno arginare, tali rischi.
La Gdpr (Regolamento generale sulla protezione dei dati), in tale ottica, sarà uno stimolo molto importante. Ad oggi la società si trova all’interno di un ecosistema digitale fatto di interconnessioni e interdipendenze di processi che non lasciano spazio a confini spazio-temporali ed è proprio per questo che c’è la reale necessità di fornire una formazione mirata a rendere soprattutto le piccole e le medie imprese, in modo da aiutarle a comprendere l’impatto di un attacco cyber sul loro business.
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